PRINCIPALE [8’]
OTTAVA
DECIMAQUINTA
DECIMANONA
VIGESIMASECONDA
VIGESIMASESTA
VIGESIMANONA
DUODECIMA
FLAUTO IN VIII
VOCE UMANA [DAL DO#3]
Notizie Storiche
L’organo della chiesa di Sant’Anna in Bellinzago era già presente nel 16561: lo documenta il contratto, stipulato fra Giovanni Pietro Gavinelli fu Giovanni Battista, in qualità di priore della Confraternita del SS. Rosario e il Rev.do Don Giovanni Monza di Cislago, che venne assunto come organista e cappellano della Confraternita, obbligandosi a suonare l’organo sia nella chiesa di S. Anna sia nella parrocchiale, in tutte le feste e le Messe cantate della Confraternita, compresa la funzione della Salve il sabato sera, per tre anni sino al febbraio 1659, per un salario complessivo di £ 700 annue.
Nel 1661, in occasione di una visita pastorale, è confermata la presenza dell’organo sopra un soppalco della parete nord della chiesa. Verosimilmente, nel 1702 lo strumento venne ampliato con la ricostruzione del somiere e l’aggiunta dei primi tre tasti diatonici.
I lavori effettuati della famiglia Biroldi, organari varesini, è riscontrata nella presenza, all’interno dell’organo si Sant’Anna, di un importante nucleo di canne; i Biroldi (il cui intervento è
collocabile alla fine del XVIII secolo) mantennero inalterata la composizione fonica dell’organo Gavinelli (sono a testimonianza i cartellini che ancora si trovano a lato della tastiera), aggiunsero
i contrabbassi, rifecero la manticeria (ancora in opera).
Lo strumento venne ricostruito da Vittore Ermolli di Varese nel 1881, conservando la cassa, le canne, i mantici e i contrabbassi dell’antico organo.
Il restauro compiuto tra 2020 e 2022 dalla bottega organara Dell’Orto e Lanzini di Dormelletto ha riportato lo strumento alla fisionomia originale di Gavinelli attraverso la ricostruzione di un nuovo somiere a tiro, tastiera, pedaliera e registratura, il tutto su modello dell’organo costruito dalla stessa bottega Gavinelli presente nella chiesa di Madonna del Popolo a Romagnano Sesia.
Scheda tecnica
Lo strumento è collocato in cantoria, nella navata in cornu epistolæ. L’organo è contenuto entro una cassa lignea riccamente scolpita. Il prospetto è formato da 33 canne in stagno dell’ordine di 8 piedi, distribuite a cuspide in cinque campi, sormontate da due “organetti morti”.
La tastiera, ricostruita, è posta in finestra sotto il prospetto, conta 45 tasti con estensione Do1-Do5 e prima ottava scavezza; i tasti diatonici sono coperti in bosso, con frontalini decorati con applicazioni di pergamena lavorata a punzone; i cromatici sono realizzati in ebano. Il corpo di tasti è in legno di noce.
La pedaliera, ricostruita in legno di noce, è del tipo a leggio, conta 9 pedali (Do1-Do2). E’ sempre unita al manuale e ha mantenuto il registro dei Contrabbassi.
La meccanica è sospesa, presenta catenacci forgiati in ferro e legati in ferro su tavole di abete.
I registri sono comandati da manette fulcrate alla cassa, poste su colonna a destra dell’organista
Il somiere maggiore, in noce massello con canali scavati nel pieno, è del tipo a tiro, con dieci stecche.
Le canne sono in buona parte originali, a partire dal prospetto. Oltre al materiale Gavinelli di due generazioni successive, è presente un cospicuo nucleo Biroldi, specie nei registri di ripieno, e alcune canne Ermolli fra le quali il registro della Voce Umana.
L’aria è generata mediante l’utilizzo di due mantici cuneiformi, con tavole in pioppo e stecche in abete, azionati da elettroventilatore e movibili anche tramite leve.
L’accordatura generale dello strumento è a 440,8 Hz a 20°C, con temperamento mesotonico e pressione di 43 mm di colonna d’acqua.
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